SaluteAttività fisica e COVID

Dott. Roberto Pedretti

Attività fisica e COVID

La sedentarietà è un importantissimo fattore di rischio per la nostra salute. Secondo i dati dell’OMS, l’inattività fisica è il quarto fattore di rischio di mortalità globale, responsabile del 5-6% di tutti i decessi, pari a oltre 3 milioni di persone all’anno. Come causa di morte, a livello mondiale, la sedentarietà è preceduta solo da ipertensione arteriosa, fumo e iperglicemia. L’inattività fisica a livello mondiale è la causa di circa il 21-25% dei tumori alla mammella e al colon, del 27 per cento dei casi di diabete e di circa il 30 per cento dei casi di cardiopatia ischemica.

Nonostante questo, purtroppo, troppe persone continuano a non essere fisicamente attive.

In Italia circa 4 persone su 10 continuano a essere fisicamente non attive. La sedentarietà, in Italia, causa il 9% delle malattie cardio-vascolari, l’11% dei casi di diabete di tipo 2, il 16% dei casi di cancro al seno, il 16% dei casi di cancro al colon e il 15% dei casi di morte prematura. Chi è fisicamente attivo e normopeso in media vive circa 7 anni più a lungo rispetto ai sedentari obesi.

In tempi di pandemia è molto interessante sottolineare che l’effetto protettivo determinato da una regolare attività fisica può riguardare anche il decorso del COVID-19. Un gruppo di cardiologi dell’Ospedale di Detroit negli USA ha osservato che il livello di capacità fisica ad un test da sforzo, eseguito in un gruppo di pazienti prima di contrarre il COVID-19, è poi risultato correlato in modo inverso con la probabilità di avere un decorso grave del COVID-19, con necessità di ospedalizzazione. I risultati sono stati pubblicati su Mayo Clinic Proceedings nell’ottobre del 2020.

Questi pazienti presentavano diverse comorbilità, soggetti quindi che, in caso di COVID-19, rischiavano molto in salute: la loro età media era di 59 anni, il 60% circa era iperteso o obeso, il 35% era diabetico e il 10% circa aveva una storia di cancro o di cardiopatia ischemica. Nel gruppo nel suo complesso, una volta ammalatosi di COVID-19, il 36% dei pazienti è stato ospedalizzato. La frequenza di ospedalizzazione è stata però elevatissima (circa 80%) nei pazienti maschi con ridotta capacità fisica e molto più bassa (poco più del 20%) in quelli con elevata capacità fisica. Nelle donne la differenza è risultata più contenuta ma comunque evidente.

 

Dal momento che la capacità fisica è influenzata dall’allenamento e dal praticare regolarmente attività fisica, l’essere fisicamente attivi può essere un importante fattore protettivo, in caso di infezione, contro un cattivo e difficile decorso del COVID-19.

L’attività fisica regolare (secondo l’OMS almeno 150 min/settimana di attività aerobica moderata come camminata veloce o andare in bicicletta) è quindi da aggiungere alle misure (mascherina, igiene delle mani, distanziamento) che ognuno di noi deve mettere in campo nella battaglia contro la pandemia. I vaccini faranno il resto.

Roberto F.E. Pedretti (cardiologo@robertopedretti.it) 
Direttore Dipartimento Cardiovascolare 
Direttore Unità Operativa Complessa di Cardiologia 
IRCCS MultiMedica, Sesto San Giovanni (MI)